Riscopri l'eccellenza che è in te per scoprire l'eccellenza nell'altro!
un invito a lottare per ogni uomo.
Un'esigenza si impone: raccontarci che cosa abbiamo vissuto e chiederci che cosa il Signore ci ha fatto capire, che cosa non potremmo e non dovremmo dimenticare di questa memoria.
Da questa riflessione deriverà un discernimento pastorale pedagogico che orienterà il nostro futuro.
Maritain si chiedeva: che cosa vogliono gli uomini prima di tutto? di che cosa hanno bisogno prima di tutto?
Un Interrogativo che non può non inquietare in ENGIM che vuole educare formando dall'esperienza alla conoscenza.
Ecco: gli uomini hanno bisogno di essere amati, di sentire rispettati i valori che ognuno porta in sé.
Lo sappiamo che i nostri ragazzi valgono più di tutto l'oro della terra, proprio perché figli di Dio.
È bene ricordare queste parole del signore: «quando si fa sera voi dite: "bel tempo perché il cielo rosseggia"; e al mattino: "oggi burrasca perché il cielo è rosso cupo"». Sapete interpretare l'aspetto del cielo e della terra e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?
Questa interpretazione è il primo compito di fronte agli eventi della storia. Dio ci parla attraverso ciò che accade: da questa riflessione possono scaturire scelte illuminate e coraggiose in grado di rinnovare il presente e quindi anche il futuro.
Abbiamo voluto condividere questa esperienza e ora vorrei mettermi in una prospettiva eucaristica abbandonando per un momento il nostro e il mio affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare.
Oltre alla meraviglia e alla gratitudine, il Creato domanda la custodia e il rispetto. E visto che non c'è futuro senza memoria e non c'è memoria che non apra al futuro, gli inviti che ci vengono dall'esperienza vissuta sono:
A. Un primo invito a puntare all'essenzialità della vita "Io sono venuto perché abbiamo la vita e l'abbiamo in abbondanza" (Gv 10,10);
B. Un secondo invito a sentirsi comunità nell'appartenenza viva alla Chiesa; siamo convocati alla gioia di non sentirsi soli;
C. Il terzo invito a promuovere coraggiosamente un rinnovamento della realtà;
D. Un quarto invito a mantenersi nella prospettiva del riconoscimento del Dono, sperimentare la bellezza del mondo che ci circonda, in cui insieme gustare il bello della natura, della cultura dell'interiorità fatta di silenzio e di contemplazione.
Vegliate!
Gesù lo fa nell'ultima fase della sua vita. Significa non assopirsi nell'inerzia degli eventi, ma tendere l'orecchio e lasciarsi istruire. Possa tutto questo servire al nostro cammino e il Signore benedire il nostro proposito di riconoscere e di attuare la sua volontà.
Salmo 25, 4-6
Fammi conoscere, signore, la tua via, insegnami i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà E istruiscimi perché sei tu il dio della mia salvezza punto Io spero in te tutto il giorno. Ricordate, signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre.
Ne perdantur!!
Dice Il senso profondo del nostro impegno educativo-pastorale. Essa significa la preoccupazione per la salvezza terrene ed eterna dei giovani punto per vivere questa vocazione ci vuole grande fede in Dio è nell'uomo.
La fede rafforza la convinzione che in ogni giovane C'è l'immagine di Dio, magari offuscata dalle situazioni difficili della vita, ma che si porta dentro una bellezza indistruttibile.
Ogni giovane ragazzo è immagine di Dio. Noi non ci accontentiamo di giudicarli per come si presentano.
Questa è la teologia dell'incarnazione. Sono convinto che nelle esperienze di ciascuno ci sono pensieri ancora più belli e importanti.
Chiediamoci PER CHI SONO IO?
Solo così possiamo ragionare su una nuova forma di prossimità capace di ritessere il NOI, sfidato ed indebolito, il solo che può riportare al centro un contenuto essenziale.
padre Antonio Teodoro Lucente
Presidente ENGIM
(dall'intervento del 05.05.2023 presso Fondazione Cometa, Como)