Se la scelta del lavoro dei giovani non è più basata esclusivamente sulla retribuzione attesa, è perché le nuove generazioni tendono ad attribuire al lavoro una grande importanza: difendono la sua dignità e remunerazione, non accettano dequalificazione professionale o precarietà e non si arrendono ad abusi e ricatti, in nome della qualità del lavoro, oggi considerata parte integrante della qualità della vita.

Oggi è chiaro che un lavoro non è per sempre e che si può scegliere, in un flusso costante, il lavoro a sé più adatto, aggiustando orari alle esigenze familiari, abbattendo lo stress. Le imprese devono quindi garantire flessibilità oraria e livelli di autonomia nei lavori che offrono ai giovani, per assicurarsi la loro creatività e partecipazione nello sviluppo e innovazione dell’impresa stessa.
Ma non basta. È la leva valoriale ad attrarre le nuove generazioni: le imprese che riusciranno a diventare luoghi di partecipazione e assumere un ruolo educativo sui temi dell’inclusività, dell’equità e del rispetto della diversità di pensiero, potranno accogliere i giovani lavoratori che, di fatto, guideranno il cambiamento. Le imprese, in questa nuova accezione, diventeranno comunità di giovani talenti, veri e propri laboratori di idee, di partecipazione democratica, di innovazione sociale e tecnologica.

In questo scenario, come ente di formazione, ponte tra allievi e imprese, cosa possiamo fare per i giovani che si affacciano al lavoro:

  • li educhiamo a ragionare sui valori del lavoro oltre all’aspetto economico?
  • selezioniamo le imprese che sanno essere luoghi di partecipazione e democrazia?


Un primo tentativo è quello che stiamo realizzando con il gruppo Gerla 1927: con gli allievi-apprendisti provenienti da ENGIM, si crea sin dall’inizio un percorso di crescita e di adesione ai valori dell’impresa, per formare nuovi lavoratori e, al contempo, crescere nuovo management per l’impresa e cittadini consapevoli per la comunità.

Marco Muzzarelli
Direttore Nazionale ENGIM