ENGIM distanti ma uniti
La formazione professionale riparte per 8000 giovani in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio.
#iorestoacasa è il fil rouge che in rete lega i racconti in tempi di misure restrittive introdotte per l’emergenza Covid-19. Un hashtag che sottolinea la comunione d’intenti, ma che, al tempo stesso, infonde un velato senso di colpa tra i formatori ENGIM per non essere vicini agli studenti, seppur consapevoli che questa sia l’unica strada percorribile per il bene di tutti. “Io resto a casa, ma… i miei ragazzi?”
Nonostante tutto, l’obiettivo è essere presenti per i ragazzi: nonostante in alcune zone il contagio sia arrivato nelle famiglie di formatori e studenti, nonostante alcuni tra i collaboratori siano stati colpiti dal virus.
“Non aggiungere giorni alla tua vita, ma vita ai tuoi giorni” (Enzo Bianchi)
«Come in ogni grande famiglia, in ENGIM aspiriamo al bene reciproco, condividiamo gli stessi sogni e, anche in questi momenti difficili, dobbiamo cercare di seguire le vie della COLLABORAZIONE, dello SCAMBIO, dall’AIUTO», suggerisce padre Antonio Lucente. «Tre vie che da oggi seguiamo con qualche consapevolezza in più: questi gravi eventi sono a ricordarci che non siamo padroni del nostro destino e che il virus può colpire tutti; queste crisi mondiali devono scuoterci e farci sperare in un rifiorire a nuova umanità».
Sono più di tre settimane che le aule dei centri ENGIM sono deserte, manca il vociare dei ragazzi nei corridoi e nei cortili. Come se la cavano a casa?
Nei nostri centri formativi del bergamasco, zona fortemente colpita dall’epidemia, le famiglie degli allievi vivono oggi una situazione difficile da gestire emotivamente e fisicamente: gran parte dei genitori è impiegato nel settore socio-sanitario e, oltre alla paura del contagio, devono fare i conti con la stanchezza dei massacranti turni in ospedale e il pensiero di dover lasciare i figli a casa da soli tutto il giorno. Ed è soprattutto per questi ragazzi e queste famiglie che ENGIM si è attivato velocemente con la formazione a distanza. Ogni mattina ci si connette, ci si concentra sulla formazione e ci si distrae dalla negatività del momento, si dona presenza ai ragazzi e sollievo alle madri.
Forse l’innovazione scaturisce proprio quando diventa necessaria, quando il sistema entra in crisi e bisogna adottare soluzioni alternative. In questo senso, ENGIM innova la formazione garantendo lezione ogni mattina, con moduli in tutte le materie non laboratoriali e favorendo l’interazione formatori-studenti.
A parte poche “lacune tecnologiche” emerse in alcune famiglie, dai centri formativi raccontano di una ritrovata consapevolezza da parte dei ragazzi di quanto siano fortunati a poter seguire le lezioni. Intanto i formatori, dal punto di vista più emotivo, ce la stanno mettendo tutta per tenere alto il loro morale perché non si lascino sopraffare dalla paura, mentre dal punto di vista formativo stanno scoprendo metodi e strumenti nuovi, sicuramente da spendere e valorizzare anche a emergenza conclusa.
In alcune realtà si registra un tasso di presenze pari, se non superiore, alle giornate di lezione frontale in aula. Un risultato sorprendente!
La famiglia ENGIM, fino a fine emergenza, sarà #engimdistantimauniti per sperimentare assieme questa strana quaresima che quest’anno coincide con una quarantena.
Ci aspetta un periodo di privazioni, ma non fine a sé stesso, come vuole farci intendere padre Antonio Lucente quando ricorda che «Saul Bellow ripeteva che la sofferenza certe volte serve a portare via il sonno della ragione e il vuoto della umanità. La superficiale banalità viene messa in crisi, e le cose essenziali diventano fondamentali».