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Quale normalità ci aspetta?

NON SI POTRÀ TORNARE A QUELLA «NORMALITÀ» 

«Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema»
I discorsi istituzionali ci annunciano privazioni in cambio di un “fuori dal tunnel” dove ci riabbracceremo, ci stringeremo la mano e torneremo in piazza. 

Mi chiedo: è questo davvero quel che speriamo per il domani? 
Tornare da dove siamo partiti? 
Ai virus culturali che avevamo? 
Io non voglio tornare da dove ero partito. 

Certo, ciò che troveremo non sarà quello di prima. 
E bisognerà rimboccarci le maniche. 
Ma per andare verso quale direzione? 
La stessa di prima? 
Questa è una domanda che abbiamo il dovere di farci oggi, 

Ora abbiamo bisogno di riflettere sul fatto che la normalità era il problema, altrimenti al prossimo giro di virus saremo ancora più deboli. 

Tutto quel che la normalità respingeva:
dagli accordi sul clima, 
agli investimenti in sanità pubblica, 
allo stop al consumo di suolo e al traffico, 
alla tutela della biodiversità, 
agli investimenti in ricerca, etc etc 

deve ora essere messo in cima alla nostra agenda, all’agenda pubblica di una normalità che va costruita proprio ora, nelle macerie in cui siamo.
Io non voglio risvegliarmi con quella normalità.

Padre Antonio Lucente, presidente Fondazione ENGIM

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