Incoraggiati dalle riflessioni suscitate dai lavori preparatori del Capitolo Provinciale della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo, su invito del Presidente padre Antonio Lucente, Fondazione ENGIM ha deciso di avviare a inizio 2024 una campagna di azione tesa a intervistare i giovani allievi per mettersi «in ascolto del grido dei giovani e della terra, animati dallo Spirito, come fratelli e sorelle apriamo nuovi cammini di speranza».
Con l’obiettivo di comprendere come le nuove generazioni si rapportano al lavoro, quali sono le loro aspettative e qual è il peso che attribuiscono a questa dimensione in prospettiva futura, Fondazione ENGIM ha incaricato Community Research&Analysis di avviare l'indagine diretta dal prof. Daniele Marini insieme ad Irene Lovato Menin.
Dai risultati emersi ne deriva una nuova consapevolezza per gli enti di formazione, e per il mondo degli adulti in generale: le giovani generazioni vanno accompagnate nella transizione lavorativa non solo dal punto di vista professionale, ma anche nel preservare la dimensione ideale del lavoro e del suo valore, favorendo l’abbandono dell’approccio “relativista” che caratterizza i giovani d’oggi.
La volontà di continuare a mappare i desideri e le aspettative dei giovani, porta ENGIM all’avvio di un osservatorio nazionale permanente sui temi legati ai giovani e al loro futuro.

Edizione 2025

Fondazione ENGIM intende ripetere quest’anno la campagna di azione avviata nel 2024, tesa ad intervistare i giovani per “restare in ascolto” e continuare a camminare accanto a loro.
Dal 5 al 9 maggio 2025, i giovani frequentanti le scuole superiori avranno la possibilità di compilare un questionario volto a scattare una fotografia delle loro aspettative future e delle loro prospettive di lavoro, quanto conta la formazione e la realizzazione professionale nella loro vita, quali valori ritengono fondamentali. È importante il contributo del maggior numero di allievi, per restituire un’istantanea quanto più precisa e rendere l’indagine uno strumento utile all'intero sistema della formazione, oltre che al mondo del lavoro e alle istituzioni, per orientare al meglio le azioni progettate a favore dei giovani.
Il sondaggio verrà somministrato su piattaforma online con il sistema CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) attraverso un link di accesso. Il questionario non prevede in alcun modo il trattamento di dati personali degli studenti e delle famiglie, né in modo diretto né in modo indiretto. Le informazioni saranno raccolte tramite una piattaforma terza e verranno pertanto utilizzati solo ed esclusivamente dati aggregati per finalità di natura statistica.

EDIZIONE 2024

A gennaio è stato sottoposto un questionario a un ampio numero di allievi non ancora entrati nel mondo del lavoro, frequentanti i corsi IeFP di ENGIM (4.000, pari al 71,0% degli iscritti), oltre a un campione di controllo di coetanei di istituti superiori (circa 400) grazie al quale, possiamo affermare che il percorso scolastico non differenzia la visione di futuro o l’adesione ai valori degli allievi IeFP rispetto ai loro coetanei liceali: la ricerca ha quindi una valenza più ampia, che esce dai confini della formazione professionale.

Dall’indagine 2024 sono emersi alcuni aspetti per certi versi inaspettati, disponibili nella pubblicazione "GIOVANI e FUTURO, coltivare le speranze attraverso il lavoro", e che possiamo riassumere di seguito.
Innanzitutto, la ricerca sfata lo stereotipo tutto italiano di allievi IeFP provenienti esclusivamente da classi sociali marginali: la provenienza socioculturale dei genitori vede per il 66,7% famiglie di classi medio-alte, mentre l’altro terzo (33,3%) da classi basse.
In secondo luogo, è evidente un approccio al lavoro diverso dalle precedenti generazioni, che si inserisce nella percezione dell’insieme dei valori ai quali, mediamente, si attribuisce una rilevanza inferiore rispetto al passato. Nel medesimo tempo, però, il lavoro ha una rilevanza più elevata fra gli studenti IeFP (71,8%), rispetto ai coetanei (59,8%) e ai 18-34enni italiani (68,6%), affermandosi come un ancoraggio ancora importante. Il lavoro è considerano come un «percorso», una sorta di «navigazione» sul mercato, e proporzionalmente in modo più elevato fra gli studenti di ENGIM (64,4%) rispetto agli altri (57,2%). Ciò significa che la dimensione «soggettiva» risulta centrale ed è caratterizzata da una attenzione agli aspetti espressivi (37,0%) del lavoro, più che a quelli strumentali/necessari (31,0%).
Nell’istantanea che ne risulta, quindi, si vedono ben nitidi la fiducia nel futuro e, in particolare, l’ottimismo nel futuro lavorativo, mentre sono un po’ sfocati i valori di riferimento: la maggior parte dei giovani intervistati non è né “tradizionalista” (che fa riferimento ai valori della famiglia, del lavoro e della fede), né “impegnata” (culturalmente o politicamente) e nemmeno “ludica” (orientata al tempo libero e agli amici). I giovani d’oggi sono soprattutto “relativisti” per cui tutto è relativamente importante e diventa una guida a seconda della situazione specifica in cui si è inseriti in quel determinato momento, in una logica di adattamento.
È rilevante scoprire che ben due terzi degli allievi ENGIM dichiari che la IeFP è stata la prima scelta dopo la terza media, anche se sicuramente una parte proporzionalmente maggiore rispetto ai coetanei degli istituti superiori arriva alla IeFP con alle spalle la ferita di una bocciatura. Il che rende l’approccio alla formazione più complicato e sfidante, per loro e per gli insegnanti. Ma questo conferma il ruolo degli enti di formazione professionale: dare dignità e cittadinanza a quelle persone che rischierebbero di rimanere ai margini del lavoro e della società.
Gli allievi IeFP guardano al futuro con una speranza più elevata rispetto ai coetanei frequentanti gli altri istituti scolastici e hanno nel cassetto dei sogni già ben definiti. È plausibile ipotizzare che, da un lato, vi sia un elemento di riscatto che muove in questa direzione, la possibilità di dimostrare di valere. Dall’altro, è la prossimità al lavoro, l’apprendimento in contesto lavorativo che rende il percorso formativo più appetibile e meno stressanti le ore trascorse a scuola.