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ENGIM e la Ruta ancestral del cacao

Amazzonia e cioccolato, un binomio perfetto! Grazie alla collaborazione tra l’associazione di produttori indigeni Tsatsayaku dell’Ecuador e l’Università della Tuscia di Viterbo presto sarà possibile mangiare un finissimo cioccolato puro, 100% bio. Il progetto è frutto del lavoro nelle chakra: gli orti dell’Amazzonia. Il nome Tsatsayaku richiama l’arena dei fiumi che dalle Ande precipitano verso l’Amazzonia e che nel concreto vuol dire selezione dei semi, fermentazione, tostatura, impasto e confezionamento.

L’associazione Tsatsayaku è nata nella provincia di Napo nel 2013, con l’adesione di 13 comunità kichwa (denominazione delle popolazioni appartenenti, prevalentemente, al Perú, Bolivia ed Ecuador, da cui è derivata la civiltà degli Incas) e il sostegno del governo ecuadoriano. La scelta è stata puntare sulla “Ruta ancestral del cacao”, la “via” delle chakra, delle varietà e dei talenti dell’Amazzonia. Un percorso favorito in questi anni dalla Fao, che ha curato le certificazioni internazionali, ma anche grazie al lavoro di ONG presenti sul territorio, come ENGIM, che fa parte della federazione cattolica Focsiv, in prima fila con i suoi cooperanti e volontari attraverso il progetto Juntos, “insieme”. ”L’accordo con l’Università della Tuscia è stato sottoscritto in questo contesto” conferma Ylenia Torricelli, coordinatrice locale di ENGIM. “Di recente Tsatsayaku ha raggiunto un’intesa per la vendita di tre quintali di cacao ogni tre mesi a un’azienda britannica; un passo importante, e sarebbe bello pensare a vendite anche in Italia: aspettiamo la Tuscia e si vedrà”. 

Leggi l'articolo dell'Agenzia Stampa SIR su ENGIM e il cacao...

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